Uomo politico spagnolo e sacerdote cattolico. Dapprima canonico a Saragozza, fu
chiamato a corte quale precettore del figlio di Carlo IV, il futuro re
Ferdinando VII. Venne poi esiliato a Toledo per aver istigato il suo discepolo a
chiedere al re di presenziare al Consiglio Reale. Essendo abusivamente tornato
nella capitale spagnola, venne messo in prigione ma poco dopo fu rimesso in
libertà. Fu uno dei rivoltosi di Aranjuez (1808) che costrinsero Carlo IV
ad abdicare. Ferdinando VII, salito al trono, lo volle consigliere di Stato.
Durante l'esilio del sovrano a Valençai,
E. gli rimase sempre al
fianco. Dopo la Restaurazione il re lo nominò ministro di Grazia e
Giustizia. Tuttavia poco dopo egli cadde in disgrazia e fu rinchiuso in una
fortezza; qualche mese più tardi il re, forse pentito del trattamento
inflitto al suo fedele maestro, lo fece liberare e lo ricoprì di onori.
Ma il carattere insofferente di
E. lo fece nuovamente cadere in
disgrazia. Venne perciò inviato in esilio a Ronda da dove non fece
più ritorno (Bemco 1762 - Ronda 1820).